Torino – La Juventus ha riscritto il suo destino in Europa con una notte che profuma di gloria e riscatto. Davanti a uno Stadium infuocato, i bianconeri hanno battuto il Manchester City di Pep Guardiola con un netto 2-0 che non lascia spazio a repliche. Un successo firmato dalla stella Dusan Vlahović e dal gladiatore texano Weston McKennie, in una prestazione che sintetizza perfettamente il nuovo spirito impresso da Thiago Motta alla Vecchia Signora.
Un capolavoro tattico di Motta
Il tecnico italo-brasiliano ha orchestrato un autentico capolavoro tattico, bloccando il City nei suoi punti di forza. Pressing alto, coperture perfette e ripartenze letali: così la Juventus ha spento la manovra del Manchester, disinnescando le geometrie di De Bruyne e Haaland. Motta, alla sua prima stagione in Champions con la Juve, ha mostrato una maturità sorprendente, mettendo in crisi anche un maestro come Guardiola.
I gol della serata
Yildiz va vicino al gol con un tiro che sfiora la porta. Prima dell’intervallo, Di Gregorio compie un grande intervento su Haaland. Il vantaggio arriva grazie a Vlahovic, che insacca di testa su un perfetto cross di Yildiz. Nella ripresa, occasioni per De Bruyne e Gundogan, ma Motta decide di cambiare: entrano Weah, che serve l’assist, e McKennie, che sigla il gol del definitivo raddoppio.
Le parole di Thiago Motta
A fine gara, un entusiasta Thiago Motta ha elogiato i suoi: “Questa è una vittoria meritata, frutto del lavoro quotidiano e del sacrificio di un gruppo che non si arrende mai. Abbiamo affrontato il miglior avversario possibile e dimostrato di poter competere con chiunque.” Parole che infiammano il popolo juventino, già proiettato verso i prossimi appuntamenti europei.
Un segnale all’Europa
Con questa vittoria, la Juventus non solo si è garantita il passaggio del turno, ma ha mandato un segnale forte e chiaro all’intera Europa: i bianconeri sono tornati, e con Thiago Motta in panchina sognano di tornare a dominare la scena continentale. Una notte magica, che i tifosi non dimenticheranno facilmente.